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Prologo
Ci chiediamo come sarà ancora oggi
l’alba nuova lì a Gaza
in quello spazio che ha come via d’uscita
solo l’orizzonte del mare
come un desiderio tardivo, preannunciato da una bomba
o da un sibilo armato di proiettile.
Raccontano che in quella terra
il sole non dorme neanche di sabato o di venerdì
e non sono mai sopiti
gli artigli dell’orrore e le paure.
I bambini, disse infatti Erode, vanno sterminati,
per estirpare ogni seme di vendetta.
Da sempre le guerre di conquista
ardono così, quando si cerca di acquisire terre nuove,
prima semmai le bruciano
poi le annientano, infine le spopolano
e nel deserto che chiamano pace
portano nuovi coloni,
sgozzano le greggi dei pastori che hanno sottomesso
per poi gongolare in preghiere
e godere del loro giusto intervento
che avrebbe portato la civiltà lì dove non c’era.
Diranno che dove prima c’era la miseria o la sete
scorrono ora fiumi di miele e d’abbondanza
e ci sono nuove strade.
Avveniristici centri commerciali
hanno preso il posto di vecchie baracche di mandriani.
Un’alba così oscura
parla di una indicibile offesa di un popolo
su un altro popolo spesso imparentato
in una terra sovrastata da paure.
Donato Loscalzo
Poesie
La Nuova Nürnberg, Alberto Barra
Deserto di parole
Che mi uccide
È questa dittatura
Di immagini
Che sono oggi
La mia morte
Ogni mattina
Mi sveglio
Udendo
Urla lontane
Che oltrepassano
Il mare
E mi arrivano
Sul petto
Come se fossero
Onde
Di un mare
In tempesta
E non ho pace
A risentire
L’odore
Acre del sangue
Degli agnelli
Sgozzati
Per pasqua
Ne Accarezzavo
Il pelo e
La testa
Aspettando
La loro
Resurrezione
Come oggi
Aspetto
Che la mattanza
Finisca
A Gaza
Ed Ucraina
E sogno
Come allora
Che qualcuno
Risponda
Del sangue
Versato
E del dolore
Arrecato
A bambini
E donne
In fuga
Inermi e scalzi
Sulle macerie
Bollenti
Di città
Bombardate
E aspetto
Che ritorni
Norimberga
Con le sue
Galere
E condanne
A ridare
Giustizia
Ad ogni vita
Guerra, Romeo Battisti
schegge d’odio, immani sofferenze
interne… esterne…
umanità sofferente, oppressa
buio
e giù nel fondo del fondo
sepolti dall’avidità e dall’odio
la pace, l’amore
che c’è
ma non c’è.
Infanzia Interrotta, Carmen Cangi
La sua infanzia trascorre tra il suono delle esplosioni e il desiderio di un domani diverso. Nelle mani stringe una bambola di pezza, che abbraccia con dolcezza.
Come un tesoro in mezzo alla tristezza.
La quotidiana strage degli affamati, Bianca Cassano
hanno ucciso i tuoi fratelli
facendoli a brandelli,
mentre erano in fila per il cibo
in attesa che veniva distribuito.
Sei rimasto solo
in questa striscia di mondo
che troppe vite ha buttato a fondo.
Cinquantamila bambini morti
e tanti altri risorti.
Salvare le vite umane è una priorità
per coloro che hanno dignità,
in un mondo per tutti uguale
dove bisogna annientare il male.
Gli aiuti sono una goccia nell’Oceano,
riempito di lacrime innocenti
di poveri perdenti,
che cercano di lottare
grazie alla solidarietà internazionale,
in un clima di sostanziale omertà
sui crimini contro l’Umanità.
Non vendete armi,
questa guerra deve finire,
la pace deve venire.
Due popoli, due Stati, un destino…
Tutto il Mondo vi è vicino!
Puzzle, Giampiero D’Ecclesiis (Miles)
tessere nel vento:
rosse di sangue sparso,
nere di lutto amaro,
bianche di spavento,
verdi dell’ultimo filo d’erba
disperato.
Puzzle di bambini,
a Gaza non si gioca,
volano in aria,
in cenere,
speranze e membra umane,
si spargono su un deserto
fatto di sale amaro
sul fondo di un oceano
detto umanità.
Non avranno il mio silenzio, Patrizia Monacò
ho gettato versi
e preghiere
Sono cadute lacrime
nei gorghi del dolore
gocce rosse sparse
a richiamare
la vita soppressa
Contro il caos malvagio
genero immagini e parole
energia pura
Non avranno il mio silenzio
gli artefici della distruzione
Migliaia di voci
attraversano la mia anima
il mio cuore
chiedono giustizia
e libertà
divenendo luce di pace
all’orizzonte
in un mondo in cui
non si può dimenticare
che ogni persona
è sacra
e inviolabile.
Amen, Dolores Nicastro
per il tempo che impiega il lampo a solcare l’etra
per il tempo di una bella di giorno
Siamo qui
rifiutando di essere soltanto uno tra i mille tanti
diversi e comunque variopinti
Siamo qui
a raccontarci della felicità
e buttiamo tempo a caricare fucili e cannoni
sotterriamo bombe persino nelle parole
ma poi ci aggrappiamo a dei e a santi
alle nostre futili convinzioni
quando la paura governa le nostre notti
e nella mano non vi è altra mano
Siamo qui
a raccontarci la solita bugia
che noi bastiamo a noi stessi
un conto in banca da alimentare
una bella casa da mostrare
per sentirci sicuri in un tempo futuro
E non ricordiamo più che
Siamo qui
per il tempo che impiega il lampo a solcare l’etra
per il tempo di una bella di giorno
Siamo qui
sempre tra il dilagante mille tanti
megagalattici ignoranti
Siamo qui
E di tutto quanto
solo di una cosa realmente abbiamo bisogno
E ci fa paura, lo ignoriamo
ce lo siamo scordati
non ne siamo capaci
lo rinneghiamo
o lo abbiamo sepolto
il silenzioso, tenero, gratuito Amore
l’unica cosa che conta
È solo per questo che siamo qui
per il tempo di un lampo
e di una bella di giorno.
Mi ribello a colpi di poesia, Dario Rezzuti
ma non ci sono attenuanti per la nostra colpa,
anche se non siamo gli artefici siamo eticamente in torto,
l’assenza diventa immorale di fronte a un bimbo morto.
Un governante spietato, alleati corrotti, opinioni neutrali,
realizzatori di un colonialismo illegittimo con mezzi arbitrari,
mentre l’inganno distorto con avvisi superficiali,
ci ha educato a pensare che abbattere civili sono eventi normali.
Io faccio quel che posso per il momento,
mi ribello a colpi di poesia,
la mia penna è una lancia scagliata al vento,
nel mio piccolo faccio la parte mia.
Per urlare all’orrore uso l’arte,
il colore è un grido, il pennello è una lama,
però il mondo distratto si gira dall’altra parte,
cambia argomento, modifica la trama.
Gli occhi di GAZA, Francesca Sassano
Nel buio di GAZA.
Ho visto lo spettacolo
Della morte che veste
I panni di tutti, anche
Di quelli sempre
Più piccoli.
Ho perso la pace
Nelle urla di dolore
Di voci bambine.
Ho perso i miei occhi
Nel silenzio di GAZA.
Le piccole mani immobili
I sorrisi spenti per sempre
E gli occhi chiusi di GAZA.
Ho perso per sempre
i miei sogni
Negli occhi fermi di GAZA.
Epilogo
Futuro è avere nelle mani
briciole preziose di tabacco, di pane e di sudore
custodiscile come un tesoro
quando ti riduci uno straccio.
Le briciole di tabacco ti mettono davanti al fuoco per
raccogliere i fatti e donare i fatti
Ma i bambini saranno dispersi - qualcuno dice - e chi potrà accorgersi del fuoco
E raccogliere i profumi del mandarino per lasciarsi accarezzare?
Ma i bambini non potranno morire perché quelli ridotti uno straccio
se li andranno a riprendere
Solo quelli ridotti uno straccio potranno farlo
E nessuno dimenticherà le impronte di chi è stato colpito a morte.
Un giorno avranno respiro da respirare, si alzeranno, e torneranno a rivivere le
case che quelli ridotti uno straccio avranno saputo edificare.
Da lì in poi è futuro
Futuro è avere braccia sbracciate,
abbracciate, protese
che si mettono sottobraccio
Futuro è il bambino che non potrà lasciare la sua striscia
Futuro è una mano stretta in un’altra
Che trattiene un bambino
Futuro è un panno sporco dove c’è un
pezzetto pulito
per asciugare gli occhi di un innocente che ti guarda
è una televisione che non ti sporca
futuro è un contadino, un impiegato, un fabbro, uno studente, un ricercatore,
un operaio, un dirigente, una mamma, un padre, una figlia, un fratello, un
giornalista, un venditore di cianfrusaglie, uno scrittore, un bambino, un
idraulico e un pittore, un ingegnere e un muratore, un barcaiolo, un prete, un
muezzin, un buddista, un ballerino, un eremita, un attore, un amico
e fanno la loro parte.
Futuro è un guastafeste che si aggira
Per cancellare un errore quotidiano
che rimette le righe alle regole, apre le finestre alle passioni, pulisce gli
scantinati
e scrive la storia vera di chi non se ne è potuto andare
Futuro è immaginare cosa fare
Futuro è convincerti a immaginare cosa fare
Futuro è immaginarlo con te che abbracci un bambino
E lo lasci dov’è lì nella storia
Futuro è lavarsi le mani per sporcarsele, è offrire un pane e buttare via la pietra
Futuro è il companatico, è una frutta appena lavata, è scalare una scala per
guardare più in alto, è un bicchiere di vino, è una gassosa per allungarlo
È l’acqua che ti prende accoccolato
È una ferita che guarisce
è la pipa che sorseggia un po’ d’aria per pensare in un profumo
Futuro è un sogno che trattieni
È camminare senza una gamba
Futuro è la sedia a rotelle che porta in giro un sorriso
Futuro sei tu, tu che mi accompagni
E sono io che ti accompagno
Futuro è il mondo che si ribella con strisce di pensieri pensati
ed è il Sud che lancia oltre il mare il calore della sua anima, l’unica che guarisce
e non si spenge mai
ed è il Sud che si avvicina e che ti canticchia per accompagnarti più in là
ed è il libro introvabile che all’improvviso qualcuno scriverà per raccogliere i
profumi e i pensieri di quelli che non ci hanno lasciato ma che soffiano sopra di
noi per richiamare la storia e ricondurla da noi.
Paolo Albano
Curatela artistica
Alberto Barra
Ideatore, organizzatore e direttore artistico
Yvette Marie Marchand
Organizzatrice e supervisora artistica
Co-partner
Paolo Albano
Presidente e fondatore dell’associazione Letti di Sera e ideatore del festival Notte Bianca del Libro
Cinzia De Marzo
Avvocato, specialista in diritto ed economia dell’Unione Europea, project manager e ambasciatrice europea del Patto sul Clima
Patrizia Gagliardi
GESA srls
Maria Giovanna e Antonella Romaniello
LUETEB
Paola Saraceno
Imprenditrice
Rocco Stella
Promotore culturale
Autori e autrici delle opere e dei testi
Paolo Albano, scrittore
Stefano Maria Baratti, pittore
Alberto Barra, pittore e poeta
Alfredo Basentini, scultore
Ettore Basentini, pittore
Romeo Battisti, pittore
Carmen Cangi, poetessa e scrittrice
Roberto Capriuolo, pittore
Bianca Cassano, pittrice e poetessa
Luca Cerrao, pittore
Tiziana Chita, pittrice
Luciana Coletta, pittrice
Luciano Coletta, pittore
Angela D’Ecclesiis, scultrice
Giampiero D’Ecclesiis, pittore e poeta
Tina De Stefano, scultrice
Rocco Aristide Guarino, grande pittore lucano del ’900
Patrizia Ferrara, pittrice
Maurizio Governatori, pittore
Donato Loscalzo, poeta
Luigi Marzo, pittore
Antonio Masini, grande pittore e scultore lucano del ’900
Claudia Mattei, pittrice
Patrizia Monacò, pittrice e poetessa
Anna Maria Moramarco, pittrice
Dolores Nicastro, pittrice, fotografa e poetessa
Roberta Papponetti, pittrice
Lucia Pergola, pittrice
Lorella Pittavini, stilista e pittrice
Mario Prayer, grande pittore del ’900
Antonio Positino, artista e fotografo
Francesco Pujia, pittore
Dario Rezzuti, scultore, pittore e poeta
Elvira Salbitani, pittrice
Francesca Sassano, poetessa e scrittrice
Ornella AnnaGaia Senesi, pittrice
Locandina
Progetto grafico DMDesign.n
Daniela Marchese
Video e catalogo online
Wonna
Chiara Aliberti, Raffaella Bonaschi e Francesca Mattia